nella parte laterale sinistra della foto si vede un caseggiato in pietra con un balcone e sulla destra un ampio spazio ghiaiato di accesso alla casa

Storie di eco-attori: una ristrutturazione edilizia a Paesana

Quella dove abbiamo scelto di abitare non è, per noi, una semplice casa. Anzi, a dirla tutta, in origine non era nemmeno una casa, ma un semplice trabià, un tipico fabbricato contadino piemontese con stalla e soppalco-fienile a servizio dell’immobile principale che, nel nostro caso, ospitava l’osteria del centro del paese. Una testimonianza dell’anima rurale di Paesana, che conserva con orgoglio le ferite dell’incendio del 1 agosto 1944, come alcune piglie in mattoni ancora annerite, e volutamente non ripulite.

“Cosa ti importa di cosa costruiscono lì dietro… prendi una bella cifra per l’esproprio, e ti fai una casa nuova altrove”, suggerivano alla fine degli anni 80, mentre le valli perdevano identità e memoria nelle colate di cemento, in nome di un presunto modello di sviluppo che trova oggi precisa definizione: caos urbanistico. Seppur in buono stato di conservazione e costantemente manutenuto, infatti, il fabbricato era considerato dai più “un mucchio di pietre”, l’ideale da abbattere per facilitare l’accesso ad una nuova area edificabile da realizzarsi in pieno centro.

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Ultimo aggiornamento: 07/03/2024 09:57