Una persona seduta ad una tavolata all'interno del rifugio: a destra in primo piano una grande stufa

Storie di eco-attori: ospitalità e riflessioni in quota, al Rifugio Quintino Sella

Una quindicina di anni fa abbiamo ospitato qui, al rifugio Quintino Sella, due signori svizzeri tedeschi: un papà sull’ottantina e il figlio poco più che quarantenne. Il papà arrivò molto stanco, probabilmente prima di salire da Pian del Re avevano affrontato un lungo viaggio in macchina. Presentava evidenti tremori che lo rallentavano nei movimenti.

Il loro programma era di salire il Monviso. Cena e a dormire presto. Due persone gentilissime.

Il giorno dopo rientrarono tardi, col buio, dopo un numero interminabile di ore sulla montagna. Ricordo la loro lunghissima discesa dal Passo delle Sagnette al rifugio, che seguimmo cercando la luce delle loro frontali dalla finestra del rifugio.

Li aspettavamo con un piatto caldo. Il padre era sfinito, sudato, ma felice. Molti anni prima, alpinista giovane e forte, aveva scorto una piramide perfetta sull’orizzonte scalando una vetta nelle Alpi del Nord. “Che montagna è?” chiese alla guida alpina che gli rispose “Il Monviso”. “Una volta nella vita devo salirci” promise a se stesso.

“Ma sapete, ho lavorato tanto, avevo un’azienda mia, era difficile trovare il tempo tra trasferta e salita. E rimandando, rimandando, sono arrivato ad oggi. Ci ho messo il tempo che ci voleva, con mio figlio, volevo realizzare con lui questo sogno”.

Ecco, di atleti e alpinisti fortissimi ne abbiamo incontrati tanti e li abbiamo ammirati per la loro preparazione e tenacia, ma la sensazione di forza trasmessaci da quell’anziano signore è fuori classifica. È una delle storie più belle che abbiamo da raccontare.

il rifugio Sella con il Monviso che sorge alle sue spalle. Foto invernale con un po' di neve

Chi sale al rifugio Sella?
Il Rifugio Quintino Sella venne inaugurato nel 1905 ed è di proprietà del Club Alpino Italiano. Nel corso dei decenni la sua fruizione è cambiata: se prima erano gli scalatori i principali ospiti, oggi lo sono invece gli escursionisti intenti a percorrere il Giro del Monviso o altri trekking.

La montagna sta attraendo molti più frequentatori che in passato. Il desiderio di natura e di esercizio fisico, l’evoluzione della tecnologia e dei materiali, la diversa disponibilità di tempo libero, sono alcuni dei fattori che incoraggiano le persone a viaggiare nelle terre alte.

Di conseguenza sono cambiate anche le esigenze: per quanto il rifugio resti una forma di ospitalità spartana, è stato necessario adeguarsi. Già solo l’incremento di passaggi richiede una diversa logistica per gli approvvigionamenti di materie prime e attrezzature, lo stoccaggio, la gestione dei rifiuti e dei reflui, l’uso delle risorse naturali.

Senza dire l’impatto delle nuove tecnologie che ha rivoluzionato tutti gli ambiti lavorativi e che, da noi come altrove, può essere una preziosa risorsa se ben gestita.

L'esigenza di una riflessione
Tutto questo richiede una riflessione e un cambio di passo sia ai gestori, che agli ospiti, che ai viandanti in transito. In questi anni di preoccupazione per il cambiamento climatico, non possiamo ignorarne i segnali. La crisi idrica e l’innalzamento delle temperature che affliggono le terre alte, anticipano ciò che un giorno accadrà altrove, se non ovunque.

Semplicemente, in montagna il rapporto con le risorse naturali è diretto, senza filtri. Se non ci sono abbastanza acqua e neve, lo si vede subito: non si beve, non si cucina, non si lava, si assiste ai crolli e alle frane dovuti al venire meno del permafrost. Non c’è numero verde da chiamare per riattivare i servizi. Non c’è soluzione, all’infuori di noi stessi e del nostro impegno.

Abbiamo usato e forse abusato dell’ambiente che ci ospita. I limiti che esso ci pone sono pietre miliari e dobbiamo re ad ascoltarli. Siamo espressioni della natura quanto uno stambecco, un ruscello, una roccia, una pianta di erica. In questa dimensione, come in quella di comunità che condivide nella montagna passioni e lavoro, possiamo trovare una via alla sostenibilità.

Ultimo aggiornamento: 20/03/2024 14:41